Mezzano: la mia banda suona il Rock

 
 
 
  Mezzano, 7 settembre 2013.
  Terzo raduno epagneul breton.  

Un mio amico fissato con i numeri direbbe che solo quelli contano, poche storie: 115 breton in prova, 69 in expo. Altri, parecchi, non ho potuto accettarli, perché le iscrizioni erano ormai chiuse e il catalogo già in stampa.  Ma io sono fissata invece con l’organizzazione, e per me il successo di un evento dipende dalla cura di tutti gli aspetti che lo riguardano, ovvero l’individuazione delle zone  migliori dove correre terminata a tarda sera il venerdì, la struttura ideale per l’accoglienza di giudici e concorrenti, un gruppo di lavoro esperto e affidabile, e così via… Leonardo da Vinci scriveva che i dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio. Appunto.                 

Quest’anno è successo di tutto, ma per non farci mancare proprio niente, è arrivata persino l’ AVIARIA, che ci ha tenuto con il fiato sospeso fino all’ultimo secondo. Quando tutto intorno a noi stanno abbattendo centinaia di migliaia di polli, è un attimo che arrivino blocchi a qualsiasi manifestazione, persino alla caccia. Ma poi il Mezzano ha operato di nuovo la sua magia, e i breton e i bretonisti sono arrivati numerosissimi.              

Per molti è stata la prima volta e chissà se erano consapevoli di calpestare il suolo sacro di una cinofilia di altri tempi, di quanta nostalgia sono stracolmi i suoi “maledetti”  fossi, di quanti fantasmi, non solo di starne, aleggiavano intorno a noi, di quante memorie palpitavano i nostri cuori. Il Mezzano è un posto per gente dura, per cani esperti o comunque forti e coraggiosi, e i bretonisti  hanno dimostrato ancora di non aver paura di nulla. Su 11 batterie, ben 10 hanno avuto cani in classifica, tre con il CAC, poi il barrage per il CACIT seguitissimo dagli “spalti”, con una colonna di furgoni e macchine sulla strada che non ricordavo da tanto.

Se qualcuno non se n’è accorto, ho avuto un nodo in gola per tutto il tempo, non solo per l’ansia che tutto andasse bene e per l’emozione che stava per tradirmi. Ma proprio per la nostalgia, e avere lì accanto, sul campo, Adriano, dopo tutti questi anni, mi lusingava ma non mi aiutava.

Mi hanno aiutata i soliti impagabili collaboratori del Gruppo Cinofilo Ferrarese, i miei due presidenti preferiti, Luca e Francesco, che al mio invito non mancano mai, i giudici, in particolare quelli chiamati di rinforzo anche all’ultimo momento, lo staff delle Vallette di Ostellato che ha fatto di tutto per metterci a nostro agio. Grazie! Ma più di tutti in questa occasione voglio citare i MIEI  fantastici ragazzi, ne mancava solo uno (ma era giustificato), loro, il futuro del Club, dei breton, della cinofilia.  Senza di loro non c’è nessun senso; continueremmo a raccontarci tra noi della vecchia guardia com’era bello una volta, quante starne c’erano, antiche care storie e celebrazioni varie. Testimonianze importanti da non sottovalutare mai, ma bisogna guardare avanti e formare i nostri giovani, con l’obbligo morale di trasmettere i valori di una sana cinofilia.

Spero che al di là dei grandi numeri, il raduno del Mezzano, l’ultimo per me, sia stato anche questo, perché se è vero che quel che conta è portare a termine l’impresa, il COME è fondamentale. E, come diceva qualcun altro, “la perfezione non è essere perfetti, ma tendere continuamente ad essa”.

Chi legge le cose stravaganti che scrivo, forse ricorda che i miei commenti ai raduni del Mezzano si concludevano citando Battisti. Questa volta no, quest’anno LA MIA BANDA SUONA IL ROCK!

Valeria Merighi      

 

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