Displasia dell’anca del cane

La displasia dell’anca del cane

Paolo Piccinini (*), Giuseppe Atti (**)
(*)   Medico Veterinario, lettore ufficiale della CeLeMaSche – Ferrara
e-mail: paolo.piccini@tiscali.it
(**) Medico Pediatra, direttore del Centro M. Ortolani per la diagnosi e la terapia della Lussazione        Congenita dell’Anca – Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara
e mail: giuseppe.atti@gmail.com

Se proviamo ad eseguire  una ricerca in internet  digitando le parole “displasia + anca + cane” otteniamo una quantità esorbitante di  indicazioni di siti dove si parla di questo argomento, aprendo questi siti troviamo molte informazioni generiche ma anche descrizioni esaurienti e dettagliate relative alla natura della malattia, alla sua eziologia, alla sua frequenza, ai criteri diagnostici che devono essere utilizzati per identificare i cani affetti da displasia dell’anca, alle possibili terapie che possono essere eseguite, alle strategie che dovrebbero essere messe in atto per prevenire e ridurre il numero dei cani che risultano affetti da questa patologia. Informazioni dettagliate sulla Displasia dell’Anca (HD dal termine inglese hip dysplasia) del cane sono reperibili anche su strumenti di informazione tradizionali come i libri, le riviste cinofile e quelle scientifiche.
Purtroppo, anche se le informazioni relative alla natura della malattia e alle strategie che dovrebbero essere adottate per la sua prevenzione sono note, la maggior parte dei proprietari dei cani, degli allevatori (professionisti e non) e dei diversi soggetti che sono coinvolti e collegati al mondo della cinofilia continua ad avere idee difformi e spesso confuse su questo argomento.
Il risultato finale di questa situazione è paradossale: molti (proprietari, allevatori, responsabili delle società cinofile) sono realmente preoccupati per questa malattia, in particolare quando si accorgono di avere cani affetti dalla displasia dell’anca, ma in pratica non si fa quasi nulla. Gli  interventi di prevenzione che vengono attuati sono pochi, quasi sempre si tratta di azioni che intervengono solo su aspetti parziale del problema, non esiste il livello di conoscenza e di condivisione della patologia necessario per definire una strategia comune che consenta di realizzare un efficace programma di prevenzione della displasia dell’anca nel cane.
Con questo articolo ci proponiamo un obiettivo ambizioso: vorremmo fornire informazioni aggiornate ed essenziali sulla malattia per stimolare la stesura e la successiva realizzazione di programmi condivisi di prevenzione della displasia dell’anca nel cane. Per realizzare questo obiettivo abbiamo provato a scrivere un articolo in modo non tradizionale strutturandolo con domande e risposte. Le domande che abbiamo scelto di inserire e di analizzare sono quelle che reciprocamente ci facciamo quando ci incontriamo per parlare di displasia dell’anca ma soprattutto quelle che con maggiore frequenza ci pongono i proprietari dei cani, gli allevatori e gli amici cinofili con cui quotidianamente interagiamo. Le risposte che abbiamo elaborato sono quelle che derivano dalla nostre specifiche competenze di medici che da molti anni quotidianamente si interessano di displasia dell’anca (uno nei cani, l’altro nei bambini) e dalle informazioni che abbiamo trovato con una revisione della bibliografia recente pubblicata su questo argomento.

Cos’è la displasia dell’anca del cane?
La “displasia dell’anca” è la più frequente la patologia dell’apparato scheletrico del cane,  questa malattia è caratterizzata da quadri clinici diversi di gravità differente. Schematicamente possiamo riconoscere:

1.    forme lievi: l’acetabolo (la cavità del bacino che contiene la testa del femore) ha margini esterni lievemente appiattiti, la testa del femore è correttamente posizionata nel fondo dell’acetabolo.

 

2.    forme di gravità intermedia: l’acetabolo è poco profondo, la testa del femore è lievemente discosta dal fondo della cavità aceta bolare (sublussazione)

 

3.    forme gravi: l’acetabolo è molto appiattito e svasato e non trattiene più la testa del femore al suo interno (lussazione)

Le alterazione della forma e dei rapporti dei capi articolari dell’anca determinano un’alterazione della biomeccanica dell’anca. Le aree di contatto dell’acetabolo e della testa del femore progressivamente si riducono, i carichi articolari si concentrano su superfici sempre più ristrette ed in queste zone di sovraccarico la cartilagine articolare inizia a presentare fenomeni degenerativi che innescano, inevitabilmente, l’inizio di processi infiammatori a carico dell’anca.

Il cane affetto da displasia dell’anca quali sintomi manifesta?
Prima di parlare dei sintomi che si associano alla “displasia dell’anca” è necessario premettere che i cani hanno una soglia del dolore molto elevata e, di conseguenza, manifesteranno  sintomi solo quando i processi infiammatori, responsabili della comparsa del dolore, saranno estesi e rilevanti. Dobbiamo tenere presente che anche se il cane è in grado di camminare, correre e saltare per più ore, non possiamo escludere con certezza che possa essere affetto dalla displasia dell’anca. Una valutazione clinica eseguita da un veterinario esperto in grado di rilevare anche minime limitazioni dei movimenti e dell’escursione articolare e minime ipotrofie dei muscoli (diminuzione della massa muscolare) del cane potrebbe consentire di individuare i soggetti affetti da displasia delle anche prima della comparsa di sintomi evidenti che tutti possono rilevare.
La descrizione schematica dell’esordio e dell’evoluzione della sintomatologia della displasia dell’anca nel cane è la seguente: a) zoppia saltuaria, che si evidenzia in particolar modo all’inizio dell’attività fisica e che migliora con il movimento, b) zoppia periodica che si manifesta dopo attività fisiche intense e prolungate, c) zoppia sempre più frequente ed importante che si associa ad evidente ipotrofia dei muscoli delle cosce, d) zoppia costante,  il cane non riesce più a correre, rimane quasi sempre sdraiato, compie movimenti lenti e macchinosi, fatica ad alzarsi e sdraiarsi a terra.
La precocità di comparsa dei sintomi è direttamente correlata all’entità dei processi infiammatori (osteoartrite); la gravità dell’osteoartrite è direttamente correlata al grado di compromissione biomeccanica (funzionamento) dell’articolazione; l’entità della compromissione biomeccanica dell’anca è direttamente correlata alla gravità della displasia documentata dall’esame radiografico delle anche del cane. In altri termini le alterazioni radiografiche più gravi si associano a processi  infiammatori più gravi e ad un precoce esordio dei sintomi. La tabella 1 descrive i segni ed i sintomi che possono essere presenti nel cane in rapporto alla gravità delle alterazioni dimostrate dall’esame radiografico del bacino

Tabella n. 1

Radiografia del bacino Segni obiettivi a carico dell’articolazione dell’anca Sintomatologia
Tipo A-B Escursione articolare libera, completa e simmetrica

Muscoli delle cosce normotrofici, simmetrici, adeguati all’attività fisica che il cane svolge abitualmente

Deambulazione, corsa, capacità di eseguire salti: regolare

Resistenza all’attività fisica: regolare

Tipo C Escursione articolare normale o lievemente ridotta

Muscoli delle cosce trofici, simmetrici, adeguati all’attività fisica che il cane svolge abitualmente

Deambulazione, corsa, capacità di eseguire salti: regolare/episodi di lieve zoppia rari, di breve durata, transitori,

Resistenza all’attività fisica: regolare/occasionalmente ridotta

Tipo D Escursione articolare ridotta in modo lieve

Muscoli delle cosce con ipotrofia lieve o modesta

 Deambulazione, corsa: regolare/episodi di zoppia transitoria, limitazione della capacità di fare salti

Resistenza all’attività fisica: quasi regolare/transitori episodi di riduzione

Tipo E Escursione articolare ridotta in modo significativo

Muscoli delle cosce con ipotrofia evidente

Deambulazione impacciata, corsa impossibile, zoppia evidente, impossibilità a fare salti anche da dislivelli minimi

Resistenza all’attività fisica: ridotta in modo evidente

Quali sono le cause responsabili della displasia dell’anca nel cane?
La displasia delle anche del cane è un esempio tipico di patologia  ad  eziologia multifattoriale che riconosce due principali gruppi di cause: i  fattori ambientali  e quelli costituzionali.
I fattori ambientali più noti ed importanti sono: l’alimentazione sbilanciata,  le condizioni climatiche o stagionali durante il periodo della crescita e dell’ allevamento, i traumatismi , gli sforzi fisici in addestramento compiuti sotto l’anno di età in quelle razze sottoposte a brevetti o a prove venatorie.
I fattori costituzionali sono quelli che derivano direttamente dal patrimonio genetico (cromosomi) che ogni cane, al momento del suo concepimento, riceve per il 50%  dal padre e per il 50% dalla madre.
Possono agire primariamente sulla costruzione  dell’articolazione  dell’anca, come capita in alcune razze che hanno una fossa acetabolare poco profonda (coxa plana) e/o una malformazione della testa del femore, o secondariamente portando alla degenerazione  del complesso acetabolare in conseguenza della lassità articolare.
I cromosomi, costituiti da DNA, contengono i geni che possono essere considerati come l’ insieme di istruzioni operative che verranno utilizzate per costruire, strutturare e caratterizzare tutte le componenti dell’ organismo di ogni essere vivente. I diversi colori dei mantelli rappresentano un esempio tipico di differenziazione e di caratterizzazione dei cani (fenotipo) che deriva dal tipo di geni (genotipo) che ogni singolo soggetto eredita dai genitori.
Nel cane, come nell’uomo, geni anomali si possono rendere responsabili della comparsa di condizioni patologiche (malattie genetiche): la stenosi subaortica del boxer ,la cistinuria del terranova, le atrofie della retina del labrador e del golden retriver, l’epidermolisi bollosa giunzionale del Kurzhaar sono esempi tipici di malattie dei cani che vengono trasmesse geneticamente dai riproduttori ai figli.
Come già detto, la displasia dell’anca del cane riconosce un’eziologia multifattoriale: la componente genetica crea condizioni che favoriscono la comparsa di instabilità articolare, le cause ambientali creano condizioni che favoriscono l’allontanamento della testa del femore dal fondo dell’acetabolo con comparsa inevitabile di fenomeni di osteoartrite (dolore, zoppia, atrofia muscolare). Il contributo eziologico che deve essere attribuito alle cause di natura genetica è modesto, circa il 25 – 30 % del totale.
La figura illustra il meccanismo con cui i fattori costituzionali e ambientali interagiscono nella modalità di insorgenza (patogenesi) della malattia.

Come facciamo a scoprire se un cane è affetto da displasia delle anche?
La comparsa di una zoppia, di impotenza funzionale e di atrofia dei muscoli della coscia deve far sospettare che un cane possa essere affetto da displasia dell’anca. Per avere una conferma del sospetto clinico ed una diagnosi “certa” il cane deve, obbligatoriamente, eseguire una radiografia del bacino.
Per fornire informazioni attendibili la radiografia del bacino deve essere eseguita con una tecnica rigorosa. Per evitare che il cane si muova durante l’esecuzione della lastra è necessario sottoporlo a sedazione (anestesia) farmacologica per ottenere un adeguato rilassamento muscolare.
Il cane deve essere posizionato sul lettino radiologico in posizione supina (a pancia in su), il bacino deve essere perfettamente orizzontale, gli arti inferiori devono essere tenuti estesi, paralleli  ed intraruotati,

Quali sono i veterinari  autorizzati ad eseguire le radiografie del bacino per la diagnosi della displasia dell’anca?
Tutti i medici veterinari iscritti all’Ordine professionale che operano in una struttura veterinaria che dispone di attrezzatura radiografica possono eseguire le radiografie del bacino. E’ evidente, comunque, che esistono maggiori garanzie di ottenere una radiografia del bacino eseguita correttamente quando si richiede questo accertamento diagnostico a veterinari esperti e certificati.

Quali sono i veterinari  autorizzati a refertare la radiografia del bacino per la diagnosi della displasia dell’anca del cane?
Tutti i medici veterinari iscritti all’Ordine professionale possono valutare una radiografia del bacino del cane ed esprimere considerazioni diagnostiche ma  la lettura ufficiale può e deve essere effettuata solo dalle Centrali di lettura riconosciute dall’ENCI (Disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca dei cani di razza iscritti al libro genealogico –  Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali –  7 maggio 2009 ). Attualmente in Italia le Centrali di lettura ufficiale riconosciute ENCI due: la Ce.Le.Ma.Sche (Centrale Lettura Malattie Scheletriche) con sede a Ferrara e la FSA (Fondazione Salute Animale) con sede a Cremona.

A quale età il cane deve eseguire la radiografia del bacino per la diagnosi della displasia dell’anca?
L’età minima per l’esame radiografico per la displasia dell’anca è di 12 mesi per tutte le razze, con le eccezioni seguenti: a) 15 mesi per le razze Bovaro del Bernese, Grande Bovaro Svizzero, Briard e Rottweiler; b) 18 mesi per le razze Bullmastiff, Cane da montagna dei Pirenei, Cane San Bernardo, Dogue de Bordeaux, Alano, Leonberger, Pastore Maremmano Abruzzese, Mastiff, Mastino Napoletano, Terranova, Landseer continentale, Riesenschnauzer, Irish Wolfhound, barbone Grande Mole, Barzoi, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore di Ciarplanina, Slovensky Kuvac

Come si leggono e come si refertano le radiografie del bacino dei cani?
Il disciplinare per il controllo ufficiale della displasia dell’anca prevede che la lettura ufficiale della radiografia del bacino in Italia venga effettuata utilizzando i criteri stabilite dalla Federazione Cinologica Internazionale (FCI). La tabella 2 illustra la classificazione delle anche secondo i criteri della FCI.

Esistono razze di cani in cui la displasia dell’anca è più frequente?
La displasia dell’anca si riscontra prevalentemente in soggetti di taglia grande e gigante. La si può trovare anche in razze di media e piccola taglia; in questi cani, comunque, i problemi clinici di norma sono meno rilevanti. E’importante sottolineare che la pressione della selezione che è stata operata nelle diverse razze, allo scopo di ottenere caratteristiche peculiari dei cani, ha più o meno  caratterizzato  la presenza della HD. La selezione nel Levriero  non ha consentito lo sviluppo della HD in quanto  questa tara non potrebbe essere compatibile con la corsa veloce che i cani di questa razza devono avere . Al contrario, i molossoidi sono stati usati per difesa e combattimento, quindi brevi sforzi di grande intensità con molta potenza e reattività; questi cani potevano anche convivere con i problemi articolari correlati alla HD che non influenzavano più di tanto i caratteri  peculiari di queste razze. Caso a se stante il cane da Pastore Tedesco, classico normotipo nella popolazione canina; nel tempo questa razza ha perso la peculiarità legata alla grande resistenza e allo sforzo fisico necessarie al cane da pastore  subendo una selezione legata al miglioramento fenotipico prevalentemente  per necessità di ring.  Oggi questa bellissima razza convive con i problemi legati alla HD.

Negli Epagneul Breton la sintomatologia  clinica  della HD di norma si manifesta solo  tardivamente come conseguenza delle caratteristiche morfologiche (cane piccolo, reattivo e con buona tempra psichica). La selezione che è stata operata per questa razza non ha curato più di tanto la funzionalità meccanica dei riproduttori correlata alla presenza della displasia ma ha privilegiato, prevalentemente, altre caratteristiche legate alla morfologia e alle attitudini venatorie.

Tabella 2 – Classificazione FCI della displasia dell’anca

La tabella n. 3 illustra la frequenza della displasia dell’anca nelle differenti razze di cani (dati CeLeMasche relativi alle lettura ufficiale delle lastre eseguite nel corso dell’anno 2011)  

 

Tabella n. 3

E’ possibile prevenire la HD nel cane?

Razza Giudizio HD  
  A B C D E totale
Altre razze 894 307 125 62 2 1390
Border Collie 169 36 9 4 218
Boxer 97 200 48 11 359
Dobermann 201 86 10 4 301
Pastore Tedesco 683 857 176 63 5 1784
Retriever 645 270 68 42 1 1026
Rottweiler 174 83 21 6 1 285
Epagneul Breton 12 11 10 2 35
totale 2875 1850 467 194 9 5395

Prevenire una malattia significa attuare un insieme di azioni e di comportamenti utili allo scopo di evitare o ridurre la comparsa di nuovi casi di questa patologia nella popolazione oggetto dell’intervento. La prevenzione di alcune malattie infettive è facile da realizzare perché esistono provvedimenti semplici,  economici e molto efficienti (le vaccinazioni) in grado di eliminare quasi completamente la comparsa di nuovi casi di malattia. La prevenzione della displasia dell’anca del cane, purtroppo, non è altrettanto facile da realizzare perché questa malattia ha un’eziologia multifattoriale, una patogenesi non ancora definita in modo preciso e soprattutto perché gli interventi e le azioni che si dovrebbero attuare sono numerose, hanno un certo costo,  efficacia non immediata e parziale. E’ molto importante ribadire questi ultimi concetti: l’obiettivo finale dei programmi di prevenzione della displasia non potrà mai essere quello di eliminare completamente la malattia ma, più realisticamente, solo quello di ridurre la sua frequenza e la sua gravità.

Le strategie di prevenzione della displasia prevedono interventi differenziati per contrastare le cause di natura “ambientali” e quelle di natura “genetiche”. Per ridurre l’azione svolta dalle cause ambientali sarebbe necessario convincere allevatori e proprietari dei cani a non utilizzare i regimi alimentari ipercalorici, gli alimenti troppo ricchi di calcio e vitamina D, a non sottoporre i cani ad attività fisiche troppo intense e prolungate durante la fase dell’accrescimento. Per prevenire le cause genetiche della malattia si dovrebbero escludere dalla riproduzione i cani che hanno nel loro DNA geni che favoriscono la comparsa della displasia.

 

Come facciamo a sapere se un cane ha “geni” che favoriscono HD

Gli studi pubblicati per identificare, localizzare, analizzare il ruolo svolto dai diversi geni coinvolti nella trasmissione della displasia sono numerosi. Negli ultimi anni alcuni ricercatori hanno dimostrato che specifiche sequenze del DNA (piccole porzioni di zone topograficamente ben definite nei diversi cromosomi) sono associate alla comparsa della malattia nei cani ma, purtroppo, “test genetici” accessibili su larga scala utili per individuare con ragionevole certezza i soggetti che hanno geni patologici non sono oggi ancora disponibili su larga scala.

Nell’impossibilità di avere la dimostrazioni diretta delle alterazioni genetiche nei cani portatori dei geni della displasia, possiamo solo rilevarne le conseguenze cliniche e radiografiche.  Ad oggi, la radiografia del bacino è lo strumento diagnostico più affidabile per individuare i cani affetti da questa malattia.

 

Se facciamo riprodurre solo cani  che hanno radiografie delle anche di tipo A o B,  possiamo essere sicuri che tutti  i discendenti saranno esenti dalla displasia?

La risposta, purtroppo, è no. Anche se entrambe i genitori hanno radiografie del bacino normali è possibile che nel loro DNA vi siano geni che favoriscono la comparsa della displasia nella discendenza. Una valutazione più utile ed attendibile, rispetto al risultato della lettura della lastra dei 2 riproduttori, potrebbe essere fornita dal calcolo del “valore genetico stimato” un indice ricavato dai genetisti con appositi programmi in rapporto alla frequenza con cui compare la malattia negli ascendenti (genitori e nonni), nei discendenti (figli) e nei collaterali (fratelli e cugini) dei 2 riproduttori.

 

E’ stata utile l’introduzione della norma che prevede che gli Epagneul Breton, per essere proclamati campioni  italiani, debbano avere una radiografia del bacino di tipo A, B o C?

Da un punto di vista puramente teorico questa strategia potrebbe sembrare utile ma in pratica così non è perché, di fatto, questa norma coinvolge solo il limitato numero di proprietari che hanno  cani che potrebbero essere proclamati campioni. L’obiettivo prioritario dovrebbe essere quello di operare una  capillare e diffusa sensibilizzazione di tutti gli allevatori che troppo spesso ignorano, o vogliono ignorare, il problema della prevenzione della displasia. Lo scarso interesse per la prevenzione della HD degli allevatori italiani degli Epagneul Breton è chiaramente dimostrato dall’esiguo numero di letture ufficiali della radiografia del bacino che si effettuano nel nostro paese (vedi tab. 3).

Probabilmente sarebbe stato più produttivo valutare estensivamente la frequenza di questa patologia nella razza prima di introdurre l’obbligatorietà dell’esenzione della displasia per la proclamazione a campione italiano. Questa strategia, secondo noi, avrebbe maggiormente sensibilizzato l’attenzione degli allevatori e dei proprietari alla prevenzione di questa patologia.

 

I proprietari degli Epagneul Breton possono fornire contributi utili alla prevenzione della HD?

I proprietari potrebbero contribuire in modo rilevante alla prevenzione della HD se, prima di effettuare l’acquisto di cucciolo o di un cane adulto, chiedessero sempre all’allevatore, o al venditore, il risultato della lettura ufficiale della lastra effettuata ai genitori del cane. Quando si acquista un cane non ci si dovrebbe accontentare delle rassicurazioni verbali fornite dal venditore relative all’assenza dei segni della displasia nei riproduttori del cane ma sarebbe necessario verificare la documentazione relativa alla lettura ufficiale della lastra. Un altro contributo molto utile potrebbe essere quello di comunicare sempre all’allevatore il risultato della lettura della lastra effettuata al cane per evitare di disperdere informazioni di importanza fondamentale per realizzare un’efficace opera di selezione di cani esenti da questa malattia.

 

Cosa potrebbe fare il CIEB per sensibilizzare gli associati alla prevenzione della HD degli Epagneul Breton italiani?

L’intervento più importante che il Cieb dovrebbe realizzare dovrebbe essere quello di far capire a tutti i soci, proprietari e/o allevatori che siano, che la prevenzione della displasia dell’anca nei cani di razza Epagneul Breton è utile ed importante perché un reale miglioramento della razza si realizza soltanto con programmi di selezione che si prefiggono di ottenere cani “belli” e “bravi” ma anche “sani ” e privi di tare ereditarie.

Interventi utili per realizzare questi obiettivi potrebbero essere: un’azione costante di incentivazione all’esecuzione della lettura della lastre per tutti i cani che frequentano le prove e le esposizioni; la pubblicazione periodica sul sito del CIEB dei dati relativi alle letture delle radiografie effettuate dalle due centrali ufficiali di lettura; una proposta all’ENCI di richiedere oltre al deposito del DNA anche l’obbligo della lettura della lastra per tutti gli stalloni che eseguono più di 5 monte.